ProAc...un nome che ormai
non ha bisogno di presentazioni.
Ho sempre nutrito
ammirazione per questo marchio che, fin dall'adolescenza, quando acquistavo le
prime riviste del settore, veniva preso come un riferimento con cui gli altri
dovevano misurarsi.
Certo, i diffusori
progettati da Stewart Tyler (il patron della casa) non hanno mai brillato per
il design o le finiture particolarmente lussuose, ma a me sono sempre piaciuti
anche esteticamente,incarnando il significato stesso, secondo me, di
"cassa acustica".
In una ProAc,non troverete
altro che ciò che serve ad una cosa sola:suonare bene.
E tutti i diffusori che ho
avuto modo di ascoltare e in certi casi anche possedere, non hanno mai tradito
le aspettative.
La prima ProAc che ho
acquistato, u una Tablette 2000 Signature, un diffusore che delle Tablette
originali, aveva conservato ben poco, essendo di litraggio ben maggiore,
somigliando più ad un diffusore della serie Response.
Suonavano molto bene, ed
avevano anche il basso! Il suono di questi diffusori era molto analitico, ma
non si arrivava mai al "fastidio", tranne quando si pompava un pò
troppo con il volume, cosa che succede automaticamente, quando un diffusore
suona bene.
Ma il mio sogno erano i
grandi diffusori da pavimento, solo che non avevo la possibilità di inserirli
nella mia stanza d'ascolto, che a quel tempo era camera mia.
Ritornai su ProAc, dopo
varie digressioni, acquistando le Response D2, usate, ad un prezzo talmente
basso, che dovetti acquistarle lo stesso giorno in cui contattai il venditore,
andandole immediatamente a prendere a casa sua...
Ecco:quà si iniziava a
ragionare...
Il suono di questi
diffusori, secondo me, è sensibilmente diverso dalle pur eccellenti Tablette.
Si capisce che in effetti queste ultime avevano una lieve tendenza a strillare,
seppur in maniera "educata".
Le D2 no.
Sono diffusori che non
strillano mai, o meglio, nei miei setup, che vi assicuro hanno visto tutti i
tipi di amplificazione, dalle valvole allo stato solido, non le ho mai sentite
strillare.
Hanno bisogno di un pò di
potenza per esprimersi al meglio, diciamo almeno una cinquantina di (buoni)
Watt, per farle suonare come sanno, come poche, nella loro fascia di prezzo ed
anche oltre.
La gamma media ti lascia
interdetto per pulizia e naturalezza, la gamma alta è piacevolmente estesa,
senza indurimenti, arrivando ad essere "percussiva", ma mai
fastidiosa. Sembra sapersi fermare un'attimo prima che ciò avvenga, conferendo
alla riproduzione un grande senso di veridicità e restituendo tutto il
contenuto armonico delle registrazioni.
La gamma bassa è potente e
articolata, veloce e rotonda, donando spessore e corpo ad ogni tipo di
programma musicale.
La cosa che affascina di
più, però, è la scena.
Essa è sviluppata nelle
tre dimensioni e ogni singolo strumento è messo in luce con dovizia di
particolari. La loro particolarità è che gli esecutori molto lateralizzati,
almeno nel mio ambiente, venivano ricostruiti a lato delle casse, non
"dentro" ad esse,d i modo che le D2 sparivano letteralmente dalla
vista.
Altri cambiamenti, poi,
sono stati fatti, sono passato a Magneplanar, Quad e poi di nuovo a ProAc, con
le mitiche Response 3.5.
Già...le 3.5...diffusori
che hanno contribuito ad elevare il già consolidato prestigio del marchio
inglese.
Sono oggetti di dimensioni
importanti le 3.5, alte circa un metro e trenta, larghe ventisette e profonde
una trentina di centimetri.
I loro altoparlanti erano
un tweeter da ben trenta millimetri e due midwoofer da sedici centimetri,
caratterizzati dal cono semitrasparente.
Avevano un'impedenza di 8
ohm e una sensibilità di 88db. Potenza da 30 a 250 watt.
Tali caratteristiche,
almeno sulla carta, non le rendevano idonee ad amplificazioni mingherline, ma
invece loro, suonavano anche con poca potenza e per gli amanti dei monotriodi,
furono un'oggetto quasi irrinunciabile.
Nel mio ambiente, con
amplificazione Spectral, suonavano alla grande, esibendo una dinamica
mozzafiato e una notevole trasparenza, senza diventare mai fredde.
Le voci, sempre cavallo di
battaglia di ProAc, erano riprodotte con maestria, presenti e definite, senza
predilezione per l'uno o l'altro sesso. L'estremo acuto era dettagliatissimo
senza arrivare ad essere "radiografante".
Il basso, veloce,frenato e
con un'ottimo punch.
Insomma,un grande
diffusore in tutti i sensi, finchè un giorno iniziarono a gracchiare...
Già, perchè pur sempre di
esemplari con quasi venti anni sulle spalle si trattava...
Che fare? Riconarli?
Io, preferii contattare
Sandro Carnovale, di Audiotrader, che me li aveva recapitati a casa e complice
una buona offerta, ritirò le 3.5 e finalmente, sono arrivato a loro...le D80.
Descrizione.
Sono diffusori di
dimensioni importanti, alti 138cm,larghi 25.8 e profondi 38.
Il condotto reflex è
posizionato sotto la base del mobile, e comunica con l'esterno attraverso delle
fresature sui lati dello stesso, avente una base in legno, sotto la quale si
avvitano delle robuste punte in dotazione.
La distanza quindi
dell'accordo reflex verso il pavimento è fissa.
Ogni diffusore monta
cinque altoparlanti,due mid a cupola da due pollici, di fabbricazione Visaton,
un tweeter a cupola morbida da un pollice Vifa e due woofer da otto pollici
dell'inglese Volt.
Ogni altoparlante è
customizzato dal costruttore con un trattamento superficiale,ma suppongo che le
modifiche non finiscano quì...
La loro impedenza nominale
è di 4 Ohm, la risposta in frequenza va da 20Hz a 30Khz e la potenza
raccomandata da 10 a 500 Watt. Sensibilità 91db.
I morsetti sono sdoppiati
per il biwiring, rodiati anzichè dorati, come tradizione del costruttore.
Note di utilizzo.
I diffusori sono stati
distanziati di un paio di metri tra loro, inizialmente scostati un metro e
trenta dalla parete di fondo (per poi arrivare a un metro e sessanta) settantacinque
centimetri da quella laterale e lasciati paralleli.
Questa configurazione non
mi ha convinto, creando una scena troppo sviluppata in larghezza e con il
centro vuoto.
Inclinando i diffusori
verso il punto di ascolto di una quindicina di gradi la scena è pressochè
perfetta, profonda e non più vuota al centro, mantenendo la giusta dimensione
in larghezza.
La distanza del punto di
ascolto è di circa due metri e settanta, in questa configurazione.
Sono diffusori che hanno
bisogno di aria per dare il meglio di se, anche considerate le dimensioni; ma
l'utilizzo di elementi di trattamento ambientale come i Daad e le bass traps
Oudimmo, aiutano non poco nella messa a punto e nel raggiungimento di
prestazioni ottimali.
Le punte sono pressochè
obbligatorie. Ho provato ad ascoltarle inizialmente senza di esse, ed ho
resistito dieci secondi...
I diffusori sono stati
collocati infine, con il tweeter rivolto verso l'interno, donando al suono una
messa a fuoco migliore, secondo me.
Ascolto.
La prima sensazione che ho
avuto è stata:MAMMAMIA!UNA RESPONSE D2 AL QUADRATO!
E questo è un gran
complimento, perchè della D2 ha la stessa capacità di scomparire, nonostante le
dimensioni ben maggiori, e la stessa impostazione sonora; dimostrando che il
progettista ha le idee ben chiare, rispetto al suono che vuole ottenere.
C'è un filo conduttore
insomma nel suono ProAc; ogni modello, via via crescendo, mantiene quel family
sound fatto di grande dinamica, correttezza timbrica, ricostruzione scenica
assolutamente credidile, e soprattutto equilibrio tra tutte le componenti del
suono.
Ho ascoltato le mie D80
con svariate amplificazioni, dai valvolari agli stato solido, e con moltissime
sorgenti e cavi diversi. In tutti i casi,ogni cambiamento fatto, lo si
percepisce immediatamente. Un basso più lungo,una voce meno a fuoco, una scena
meno ampia e così via.
Te lo dicono con gentilezza,
però, non diventano mai inascoltabili, solo peggiorano un pò...
Nel mio attuale impianto,
formato da amplificazione Spectral DMC20S2/DMA100S e sorgente Playback MPD3, il
suono che ho ottenuto è estremamente appagante, in una parola:EQUILIBRATO.
Per la prima volta, dopo
tanti anni, non mi viene da dire: VORREI UN PÒ PIÙ DETTAGLIO, UN PÒ PIÙ
DINAMICA, UNA SCENA PIÙ AMPIA, UNA MIGLIORE MESSA A FUOCO...ecc...ecc...
Il basso è fantastico,
potente ed esteso, con un controllo oserei dire assoluto.
La gamma media è
eccezionale, presente, vivida e soprattutto terribilmente a fuoco, non facendo
rimpiangere quella delle Quad esl 989 che avevo prima (e questo è un'altro gran
complimento...)
Gli alti rifiniscono con
precisione il tutto, contribuendo a dare respiro ad ogni registrazione e
restituendo integralmente il contenuto armonico di ogni programma musicale,
senza mai tuttavia diventare fastidiosi.
La cosa che impressiona,
poi è che nessuna gamma prevale sull'altra, e quà si torna sul famoso
equilibrio di cui parlavo prima...
La velocità di
esecuzione,complice anche l'amplificazione Spectral, è veramente elevata e le
percussioni ad esempio, vengono riprodotte in maniera decisamente emozionante e
veritiera.
Con le voci di Monteverdi
si raggiunge quasi la commozione, tanta è la passionalità con cui sono
riprodotte!
Il sax dell'immenso John
Coltrane in Kind of Blue è quanto di più vero si possa immaginare, fulmineo
negli attacchi e dal timbro perfetto.
Con la musica rock
ovviamente non ci sono problemi, ed ascoltare gli AC/DC ad esempio, è
un'esperienza che lascia il segno.
Risultati eccellenti sono
stati possibili anche collegando un Classic 30 Audio Research, un finale che a
raffinatezza e trasparenza, ha ancora oggi pochi rivali. Nonostante i 30 Watt
di targa, riusciva a pilotare tranquillamente le D80, dimostrando anche la
facilità di pilotaggio di queste ultime.
Risultati invece un pò
deludenti, li ebbi con il fratello più nuovo V70, sempre Audio Research, che
aveva un basso poco controllato ,nonostante la potenza doppia rispetto al
Classic 30...
Conclusioni.
Questi diffusori mi
piacciono molto come si è capito. Hanno tutto e in gran quantità.
Ogni parametro della
riproduzione musicale è su altissimi livelli, dinamica, ricostruzione
prospettica, dettaglio e cosa non secondaria, sono anche assai facili da
pilotare, dando la possibilità di attingere anche ad amplificazioni non
particolarmente potenti.
Certamente ci sono
diffusori anche migliori in certi parametri...alcuni più dettagliati, altri più
dinamici, altri ancora più trasparenti, ma che hanno tutte queste
caratteristiche unite insieme e in gran quantità come le D80, secondo me, ce ne
sono ben pochi...senza badare neanche troppo al prezzo...
Ah...il prezzo! Costavano
circa 13000 euro nuove, adesso si trovano a 5/6000 a seconda delle condizioni e
della presenza di imballi e accessori.
Gabriele
Bandiera.