mercoledì 13 gennaio 2016

Pro-Ac Response D80



ProAc...un nome che ormai non ha bisogno di presentazioni.
Ho sempre nutrito ammirazione per questo marchio che, fin dall'adolescenza, quando acquistavo le prime riviste del settore, veniva preso come un riferimento con cui gli altri dovevano misurarsi.
Certo, i diffusori progettati da Stewart Tyler (il patron della casa) non hanno mai brillato per il design o le finiture particolarmente lussuose, ma a me sono sempre piaciuti anche esteticamente,incarnando il significato stesso, secondo me, di "cassa acustica".
In una ProAc,non troverete altro che ciò che serve ad una cosa sola:suonare bene.
E tutti i diffusori che ho avuto modo di ascoltare e in certi casi anche possedere, non hanno mai tradito le aspettative.
La prima ProAc che ho acquistato, u una Tablette 2000 Signature, un diffusore che delle Tablette originali, aveva conservato ben poco, essendo di litraggio ben maggiore, somigliando più ad un diffusore della serie Response.
Suonavano molto bene, ed avevano anche il basso! Il suono di questi diffusori era molto analitico, ma non si arrivava mai al "fastidio", tranne quando si pompava un pò troppo con il volume, cosa che succede automaticamente, quando un diffusore suona bene.
Ma il mio sogno erano i grandi diffusori da pavimento, solo che non avevo la possibilità di inserirli nella mia stanza d'ascolto, che a quel tempo era camera mia.
Ritornai su ProAc, dopo varie digressioni, acquistando le Response D2, usate, ad un prezzo talmente basso, che dovetti acquistarle lo stesso giorno in cui contattai il venditore, andandole immediatamente a prendere a casa sua...
Ecco:quà si iniziava a ragionare...
Il suono di questi diffusori, secondo me, è sensibilmente diverso dalle pur eccellenti Tablette. Si capisce che in effetti queste ultime avevano una lieve tendenza a strillare, seppur in maniera "educata".
Le D2 no.
Sono diffusori che non strillano mai, o meglio, nei miei setup, che vi assicuro hanno visto tutti i tipi di amplificazione, dalle valvole allo stato solido, non le ho mai sentite strillare.
Hanno bisogno di un pò di potenza per esprimersi al meglio, diciamo almeno una cinquantina di (buoni) Watt, per farle suonare come sanno, come poche, nella loro fascia di prezzo ed anche oltre.
La gamma media ti lascia interdetto per pulizia e naturalezza, la gamma alta è piacevolmente estesa, senza indurimenti, arrivando ad essere "percussiva", ma mai fastidiosa. Sembra sapersi fermare un'attimo prima che ciò avvenga, conferendo alla riproduzione un grande senso di veridicità e restituendo tutto il contenuto armonico delle registrazioni.
La gamma bassa è potente e articolata, veloce e rotonda, donando spessore e corpo ad ogni tipo di programma musicale.
La cosa che affascina di più, però, è la scena.
Essa è sviluppata nelle tre dimensioni e ogni singolo strumento è messo in luce con dovizia di particolari. La loro particolarità è che gli esecutori molto lateralizzati, almeno nel mio ambiente, venivano ricostruiti a lato delle casse, non "dentro" ad esse,d i modo che le D2 sparivano letteralmente dalla vista.
Altri cambiamenti, poi, sono stati fatti, sono passato a Magneplanar, Quad e poi di nuovo a ProAc, con le mitiche Response 3.5.
Già...le 3.5...diffusori che hanno contribuito ad elevare il già consolidato prestigio del marchio inglese.
Sono oggetti di dimensioni importanti le 3.5, alte circa un metro e trenta, larghe ventisette e profonde una trentina di centimetri.
I loro altoparlanti erano un tweeter da ben trenta millimetri e due midwoofer da sedici centimetri, caratterizzati dal cono semitrasparente.
Avevano un'impedenza di 8 ohm e una sensibilità di 88db. Potenza da 30 a 250 watt.
Tali caratteristiche, almeno sulla carta, non le rendevano idonee ad amplificazioni mingherline, ma invece loro, suonavano anche con poca potenza e per gli amanti dei monotriodi, furono un'oggetto quasi irrinunciabile.
Nel mio ambiente, con amplificazione Spectral, suonavano alla grande, esibendo una dinamica mozzafiato e una notevole trasparenza, senza diventare mai fredde.
Le voci, sempre cavallo di battaglia di ProAc, erano riprodotte con maestria, presenti e definite, senza predilezione per l'uno o l'altro sesso. L'estremo acuto era dettagliatissimo senza arrivare ad essere "radiografante".
Il basso, veloce,frenato e con un'ottimo punch. 
Insomma,un grande diffusore in tutti i sensi, finchè un giorno iniziarono a gracchiare...
Già, perchè pur sempre di esemplari con quasi venti anni sulle spalle si trattava...
Che fare? Riconarli?
Io, preferii contattare Sandro Carnovale, di Audiotrader, che me li aveva recapitati a casa e complice una buona offerta, ritirò le 3.5 e finalmente, sono arrivato a loro...le D80.

Descrizione.
Sono diffusori di dimensioni importanti, alti 138cm,larghi 25.8 e profondi 38.
Il condotto reflex è posizionato sotto la base del mobile, e comunica con l'esterno attraverso delle fresature sui lati dello stesso, avente una base in legno, sotto la quale si avvitano delle robuste punte in dotazione.
La distanza quindi dell'accordo reflex verso il pavimento è fissa.
Ogni diffusore monta cinque altoparlanti,due mid a cupola da due pollici, di fabbricazione Visaton, un tweeter a cupola morbida da un pollice Vifa e due woofer da otto pollici dell'inglese Volt.
Ogni altoparlante è customizzato dal costruttore con un trattamento superficiale,ma suppongo che le modifiche non finiscano quì...
La loro impedenza nominale è di 4 Ohm, la risposta in frequenza va da 20Hz a 30Khz e la potenza raccomandata da 10 a 500 Watt. Sensibilità 91db.
I morsetti sono sdoppiati per il biwiring, rodiati anzichè dorati, come tradizione del costruttore.

Note di utilizzo.
I diffusori sono stati distanziati di un paio di metri tra loro, inizialmente scostati un metro e trenta dalla parete di fondo (per poi arrivare a un metro e sessanta)  settantacinque centimetri da quella laterale e lasciati paralleli.
Questa configurazione non mi ha convinto, creando una scena troppo sviluppata in larghezza e con il centro vuoto.
Inclinando i diffusori verso il punto di ascolto di una quindicina di gradi la scena è pressochè perfetta, profonda e non più vuota al centro, mantenendo la giusta dimensione in larghezza.
La distanza del punto di ascolto è di circa due metri e settanta, in questa configurazione.
Sono diffusori che hanno bisogno di aria per dare il meglio di se, anche considerate le dimensioni; ma l'utilizzo di elementi di trattamento ambientale come i Daad e le bass traps Oudimmo, aiutano non poco nella messa a punto e nel raggiungimento di prestazioni ottimali.
Le punte sono pressochè obbligatorie. Ho provato ad ascoltarle inizialmente senza di esse, ed ho resistito dieci secondi...
I diffusori sono stati collocati infine, con il tweeter rivolto verso l'interno, donando al suono una messa a fuoco migliore, secondo me.

Ascolto.
La prima sensazione che ho avuto è stata:MAMMAMIA!UNA RESPONSE D2 AL QUADRATO!
E questo è un gran complimento, perchè della D2 ha la stessa capacità di scomparire, nonostante le dimensioni ben maggiori, e la stessa impostazione sonora; dimostrando che il progettista ha le idee ben chiare, rispetto al suono che vuole ottenere.
C'è un filo conduttore insomma nel suono ProAc; ogni modello, via via crescendo, mantiene quel family sound fatto di grande dinamica, correttezza timbrica, ricostruzione scenica assolutamente credidile, e soprattutto equilibrio tra tutte le componenti del suono.
Ho ascoltato le mie D80 con svariate amplificazioni, dai valvolari agli stato solido, e con moltissime sorgenti e cavi diversi. In tutti i casi,ogni cambiamento fatto, lo si percepisce immediatamente. Un basso più lungo,una voce meno a fuoco, una scena meno ampia e così via.
Te lo dicono con gentilezza, però, non diventano mai inascoltabili, solo peggiorano un pò...
Nel mio attuale impianto, formato da amplificazione Spectral DMC20S2/DMA100S e sorgente Playback MPD3, il suono che ho ottenuto è estremamente appagante, in una parola:EQUILIBRATO.
Per la prima volta, dopo tanti anni, non mi viene da dire: VORREI UN PÒ PIÙ DETTAGLIO, UN PÒ PIÙ DINAMICA, UNA SCENA PIÙ AMPIA, UNA MIGLIORE MESSA A FUOCO...ecc...ecc...
Il basso è fantastico, potente ed esteso, con un controllo oserei dire assoluto.
La gamma media è eccezionale, presente, vivida e soprattutto terribilmente a fuoco, non facendo rimpiangere quella delle Quad esl 989 che avevo prima (e questo è un'altro gran complimento...)
Gli alti rifiniscono con precisione il tutto, contribuendo a dare respiro ad ogni registrazione e restituendo integralmente il contenuto armonico di ogni programma musicale, senza mai tuttavia diventare fastidiosi.
La cosa che impressiona, poi è che nessuna gamma prevale sull'altra, e quà si torna sul famoso equilibrio di cui parlavo prima...
La velocità di esecuzione,complice anche l'amplificazione Spectral, è veramente elevata e le percussioni ad esempio, vengono riprodotte in maniera decisamente emozionante e veritiera.
Con le voci di Monteverdi si raggiunge quasi la commozione, tanta è la passionalità con cui sono riprodotte!
Il sax dell'immenso John Coltrane in Kind of Blue è quanto di più vero si possa immaginare, fulmineo negli attacchi e dal timbro perfetto.
Con la musica rock ovviamente non ci sono problemi, ed ascoltare gli AC/DC ad esempio, è un'esperienza che lascia il segno.
Risultati eccellenti sono stati possibili anche collegando un Classic 30 Audio Research, un finale che a raffinatezza e trasparenza, ha ancora oggi pochi rivali. Nonostante i 30 Watt di targa, riusciva a pilotare tranquillamente le D80, dimostrando anche la facilità di pilotaggio di queste ultime.
Risultati invece un pò deludenti, li ebbi con il fratello più nuovo V70, sempre Audio Research, che aveva un basso poco controllato ,nonostante la potenza doppia rispetto al Classic 30...

Conclusioni.
Questi diffusori mi piacciono molto come si è capito. Hanno tutto e in gran quantità.
Ogni parametro della riproduzione musicale è su altissimi livelli, dinamica, ricostruzione prospettica, dettaglio e cosa non secondaria, sono anche assai facili da pilotare, dando la possibilità di attingere anche ad amplificazioni non particolarmente potenti.
Certamente ci sono diffusori anche migliori in certi parametri...alcuni più dettagliati, altri più dinamici, altri ancora più trasparenti, ma che hanno tutte queste caratteristiche unite insieme e in gran quantità come le D80, secondo me, ce ne sono ben pochi...senza badare neanche troppo al prezzo...
Ah...il prezzo! Costavano circa 13000 euro nuove, adesso si trovano a 5/6000 a seconda delle condizioni e della presenza di imballi e accessori.

Gabriele Bandiera.

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